Colgo l’occasione di questo periodo dell’anno per dedicarvi un pensiero su cui poter riflettere.
Da qualche giorno è iniziato l’avvento, ma che cos’è l’avvento?
La parola “Avvento” deriva dal verbo latino “advenire”, che significa “arrivare”. Vuol dire attendere, mettersi in attesa per qualcosa che deve arrivare.
Allora mi chiedo qual è il valore dell’attesa, in questo momento dove siamo abituati ad avere tutto e subito? E che cosa aspettiamo?
Rudolf Steiner mi ha aiutato, con la sua visione spirituale dell’avvento, in questa riflessione.
L’Avvento è un periodo di attesa, un tempo di tenebre sulla terra che accoglie in sé una nuova nascita delle forze, che passato l’inverno, riaffiorano nella natura. È un entrare in se stessi per trovare la propria luce interiore, quella scintilla spirituale che ogni essere umano custodisce dentro di sé, fino a giungere alla nascita di Gesù (in ambito cristiano) e all’incontro con la luce stessa dell’anima.
Nelle scuole steineriane, l’avvento inizia con una spirale. La spirale è un simbolo occulto, è l’immagine dell’evoluzione umana: dallo Spirito alla materia, il mondo dove opera lo spazio temporalità, per ritornare nuovamente allo Spirito, trasformati.
La natura è incarnata sotto forma di una spirale che ci conduce su un sentiero verso quella nuova nascita, direi anche ri-nascita, che è in attesa.
È un modo per poter entrare. La candela posta al centro rappresenta l’ultima luce d’autunno che sarà condivisa con gli altri; perché la propria luce quando si trova la si condivide con l’esterno. Inizia in noi il cammino di una nascita di luce, la strada per il Natale.
Per Steiner dunque la spirale dell’Avvento ha il significato di una ricerca verso la luce e la pace interiore. Per questo motivo è importante, quando iniziamo il nostro viaggio d’introspezione, scegliere le cose di noi stessi e della nostra vita che non vogliamo più portare con noi e lasciarle per strada in modo che quando accendiamo la nostra luce, una volta raggiunto il centro della Spirale, possiamo tornare rinnovati. Questo imparare a lasciare andare mi richiama alla mente l’esercizio filosofico spirituale della “statua “ di Plotino che consiste nel sottrarre e levare dalla propria anima ciò che è superfluo, per far emergere l’essenziale. Dobbiamo fare come lo scultore che per rendere bella la sua statua toglie, raschia; dobbiamo imparare a purificare il nostro sentire per trovare la parte più autentica di noi, il nostro vero sé, che spesso rimane nascosta, dimenticata e immersa nel mondo e nei luoghi comuni.
Il periodo dell’Avvento può essere dunque un’occasione per approfondire il nostro rapporto con noi stessi e il mondo che ci circonda, celebrando ogni settimana anche la forza e la bellezza di tutti e quattro i regni della natura: del regno minerale, di quello vegetale, di quello animale e in ultimo di quello dell’essere umano (simboleggiati dall’arrivo dell’ Angelo blu, rosso, bianco e viola). In queste settimane Steiner ci invita ad entrare in una condizione di silenzio, sia interiore che esteriore, a cogliere l’armonia della natura, che nel suo equilibrio di crescita e decadenza, ci accompagna durante i giorni, i mesi, le stagioni e gli anni. L’invito è quello di contemplare come tutti i regni della natura contribuiscono alla nostra esistenza e sostengono la fiamma della nostra essenza.
Ma cosa vogliono dirci queste immagini? Forse come dobbiamo preparare la nostra anima a ricevere degnamente il Natale, e dunque una nuova nascita; come coltivare la contemplazione, l’attesa e la speranza. Ecco allora che il viaggio spirituale che possiamo intraprendere, in maniera attiva a partire da questo periodo dell’anno, può condurci alla piena coscienza di noi stessi.
Il valore dell’attesa non risiede solo nell’ottenere sempre ciò che desideriamo, ma anche nell’apprezzare il processo di attesa stesso come opportunità per riflettere e crescere, come un’abilità da coltivare, dove possiamo incontrare la solitudine, il silenzio ed imparare ad avere pazienza e autocontrollo.
In un’era come quella che stiamo vivendo, dove tutto deve essere immediato o proiettato nel futuro è importante saper ritrovare l’arte dell’attesa, per poter apprezzare il momento presente e il processo oltre che il risultato.
Come diceva Friedrich Nietzsche “Nell’attesa risiede la capacità di riconoscere le possibilità”
Vi auguro che questo periodo possa portare con sé più comprensione di noi stessi e dunque più saggezza, di tornare ad essere come da bambini quando attendevamo con curiosità di aprire ogni piccola casella del nostro calendario dell’avvento, che scandiva i giorni fino al 25 dicembre, certi che quel rituale dell’attesa ne valeva la pena.